Alla Sartoria Sociale di Monopoli nasce qualcosa di nuovo dal “vecchio”, dallo "scarto" che diventa occasione, dalla stoffa che sembrava inutile che invece ritrova valore. Promossa dalla Caritas della Diocesi di Conversano‑Monopoli, questa iniziativa è un laboratorio inclusivo dove tessuti, bottoni, residui di confezioni diventano strumenti di dignità, creatività e speranza.
Non si tratta solo di cucire o di riciclare: la Sartoria diventa luogo in cui le persone, spesso fragili, con difficoltà, marginali, ritrovano un senso, un mestiere, una comunità. Qui si impara che il “rifiuto” non è destino, ma punto di partenza; che il “residuo” può essere risorsa; che la comunità si costruisce quando si ridà speranza a chi l’ha perduta.
Nel laboratorio si ascolta, si condividono tavoli, macchine da cucire, idee: si intrecciano fili di stoffa con fili di vita, si rinnova la speranza quando l’utile e l’estetico si coniugano con il bene comune. La Sartoria Sociale è segno di una Carità che non consola solo, ma trasforma; non impone soluzioni, ma apre percorsi. È l’emblema della speranza che germoglia dal possibile, nonostante lo scarto.
Dal Vangelo di Matteo (Mt 21,33-43)
33Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?". 41Gli risposero: "Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo".
42E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?
43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.
dal messaggio del Santo Padre Leone XIV per la IX Giornata Mondiale dei Poveri
La speranza cristiana, cui la Parola di Dio rimanda, è certezza nel cammino della vita, perché non dipende dalla forza umana ma dalla promessa di Dio, che è sempre fedele. Perciò i cristiani, fin dalle origini, hanno voluto identificare la speranza con il simbolo dell’àncora, che offre e stabilità e sicurezza. La speranza cristiana è come un’àncora, che fissa il nostro cuore sulla promessa del Signore Gesù, il quale ci ha salvato con la sua morte e risurrezione e che tornerà di nuovo in mezzo a noi. Questa speranza continua a indicare come vero orizzonte di vita i «nuovi cieli» e la «terra nuova» (2Pt 3,13), dove l’esistenza di tutte le creature troverà il suo senso autentico, poiché la nostra vera patria è nei cieli (cfr Fil 3,20). (n.4)
Gesù racconta una parabola dura, ma piena di luce: Dio continua a credere nell’uomo, anche quando l’uomo rifiuta, tradisce o scarta. Il Figlio, “scartato” e ucciso, diventa pietra angolare di un mondo nuovo.
La Sartoria Sociale di Monopoli vive questa logica evangelica: dalle stoffe abbandonate e dalle vite ferite nasce qualcosa di inedito.
È una parabola moderna di resurrezione quotidiana, dove lo scarto diventa speranza e ciò che era rifiutato si fa fondamento di bellezza, dignità e comunione.
Quali “scarti” della tua vita, se accolti e amati, potrebbero diventare fondamento di qualcosa di nuovo?
All’interno del laboratorio della Sartoria Sociale, scegli un pezzo di stoffa destinato allo scarto.
Annota su di esso, con un pennarello, una parola che rappresenti una ferita, un errore, una paura che vorresti trasformare.
Poi consegnalo a chi lavora nella sartoria, che lo cucirà insieme agli altri in una grande coperta collettiva, destinata a chi vive l'inverso per strada.
Anche ciò che sembra rifiuto può unirsi ad altri frammenti per generare bellezza.
Alla luce di quanto letto, vissuto, riflettuto, condiviso… inserite qui le parole che sintetizzano l’esperienza.
Durante il Giubileo della Speranza lancia una esperienza per tutti i giovani e le loro comunità di riferimento: Tracce di Speranza.
E' la prima Diocesi a investire nel progetto nato da Agesci Branca R/S e propone l'esperienza lanciandola durante la Giornata mondiale dei poveri del 16 novembre 2025.