Il Casino Nobile o Casino Principale è un edificio di Villa Torlonia, villa di Via Nomentana a Roma. Quando Giovanni Raimondo Torlonia acquistò il fondo agricolo della Vigna Colonna nei pressi della Via Nomentana commissionò Giuseppe Valadier il restauro degli edifici compresi nel fondo della vigna.I primi lavori di restauro e di ampliamento del Casino durarono dal 1802 al 1806 e compresero stucchi e riassetto quadri interni (alcuni dei quali sono stati spostati nella sala interna del Casino detta a "Berceau"). Alla morte di Giovanni Torlonia i lavori di miglioria e di ampliamento dello stabile furono continuati da parte del figlio Alessandro Torlonia chiamando altri artisti. L'idea di Alessandro era quella di rendere monumentale l'ingresso dello stabile inserendo un vestibolo sulla facciata. Sul frontone venne inserito un altorilievo in terracotta rappresentante una scena di Trionfo di Bacco realizzata da Rinaldo Rinaldi.
Dal 1925 al 1943 il Casino Nobile fu usato come residenza di Mussolini a Villa Torlonia che vi abitò insieme alla famiglia: in tale periodo furono aggiunti alla struttura due bunker e operati ammodernamenti.Il piano terra ed il piano nobile avevano funzione di rappresentanza e le sale avevano decorazioni a tema variabile da sala in sala.
Il seminterrato ed il 2º piano erano adibiti ad alloggi per la servitù.
L'accesso al livello seminterrato era garantito da una galleria sotterranea ancora oggi esistente.
Dal piano seminterrato si accede ai due bunker fatti erigere da Benito Mussolini e ad una sala ipogea: un bunker è antigas, l'altro è antiaereo, la sala ipogea è stata rinvenuta tramite recenti lavori di ristrutturazione dell'edificio. Le decorazioni e gli arredi, realizzati da Giovan Battista Caretti della sala sono riusciti a renderla simile ad un sepolcro etrusco.
Dal Vangelo di Luca (Lc 9, 57-62)
57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
«Carissima Hildegard, una preoccupazione affliggerà anche te da quando sai che presto servizio nelle SS (…) Ciò che affligge il mio cuore, o mia fedelissima compagna, è che nell'ora decisiva, la mia professione di fede ti getterà addosso un immane dolore. L'impellenza di tale testimonianza è oramai ineluttabile. I miei superiori hanno mostrato troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici vi è di più sacro e intangibile. Prega per me, Hildegard, affinché nell'ora della prova io possa agire senza esitazioni secondo i dettami di Dio e della mia coscienza (…) Ma tu sei una donna coraggiosa e nemmeno i sacrifici personali che forse ti saranno chiesti potranno indurre a condannare tuo marito perché ha preferito perdere la vita piuttosto che abbandonare la via del dovere»
(Lettera da Konitz, 27.9.1944)
Quello che parla è Josef Mayr-Nusser, martire cattolico altoatesino di madrelingua tedesca, noto poiché nel 1944 fu arruolato nelle SS. Un giorno prima del giuramento egli spiegò che per motivi di coscienza non avrebbe potuto giurare, fu condannato a morte dal tribunale di Danzica per "disfattismo" e avrebbe dovuto essere giustiziato a Dachau. Stremato dalla fame, Josef Mayr morì il 24 febbraio 1945, in un vagone bestiame alla stazione di Erlangen.
Credere nell’amore: difficile?
Vivere nella quotidianità i valori in cui credo: impossibile?
In quali situazioni della mia vita faccio più fatica a compiere scelte che mi facciano sentire testimone credibile dei miei valori?
Confrontati con un altro pellegrino di speranza.
Di fronte a temi che ci interrogano moralmente e per i quali ci viene chiesta una scelta, come reagisci? riesci ad essere fedele al tuo credo/ai tuoi valori/alla tua morale?
Secondo Hannah Arendt “nessuno ha il diritto di obbedire”, come interpreti questa frase?
Alla luce di quanto letto, vissuto, riflettuto, condiviso… inserite qui le parole che sintetizzano l’esperienza.
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